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Sustainable Era

Banche più responsabili: firmati 6 principi ONU a favore della sostenibilità

…ma sono necessari sforzi supplementari per lottare contro il cambiamento climatico

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22 settembre 2019

Alla vigilia del Summit dell’ONU sul Clima di New York, le principali banche mondiali e le Nazioni Unite hanno riaffermato il loro impegno a favore della sostenibilità, lanciando i Principles for Responsible Banking. Con quest’iniziativa, che ha coinvolto 130 banche, ovvero un terzo del settore bancario mondiale che riguarda asset per 47'000 miliardi di dollari, gli istituti di credito si impegnano ad allineare le loro strategie agli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU (SDGs) ed all’accordo di Parigi sul Clima (COP 21).

Per il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i principi “sono una guida per il settore bancario affinché possa essere reattivo ad un sistema economico sostenibile, stimolarlo e beneficiarne.” Nati dall’impegno dell’UNEP FI (United Nations Environment Programme Finance Iniziative) assieme ad una trentina di banche, forniscono un quadro comune che delinea chiaramente quali sono le responsabilità ed obbliga ogni banca a definire, pubblicare e lavorare per traguardi ambiziosi. L’obiettivo è di orientare le banche nelle loro politiche aziendali per attuare le trasformazioni economiche e sociali necessarie per un futuro sostenibile. I principi sono suddivisi in sei punti: alignment (l’allineamento delle politiche aziendale agli SGDs, alla COP 21 ed alle relative politiche nazionali e regionali), impact (prevede la valorizzazione dell’impatto positivo e la riduzione di quello negativo, attraverso attività, prodotti e servizi), clients & customers (si incoraggiano i clienti verso pratiche sostenibili e attività economiche che creino prosperità condivisa per le generazioni attuali e future), stakeholders (prevede impegno e collaborazione proattiva), governance & target setting (definisce che cosa è una governance efficace e una cultura bancaria responsabile), transparency & accountability (contempla la creazione di un sistema di monitoraggio e rendicontazione).

Tra i firmatari dell’iniziativa figurano i CEO di UBS, Sergio Ermotti, di Julius Baer, Philipp Rickenbacher, di Credi Suisse Group, Tidjane Thiam, e di Bank J. Safra Sarasin, Edmond Michaan. Proprio quest’ultimo ha sottolineato quanto la sostenibilità sia parte integrante del DNA dell’istituto: “Siglando i Principels for Responsible Banking, rinnoviamo il nostro impegno assicurando che la sostenibilità è fermamente incorporata in ogni aspetto delle nostre attività, tenendo fede al nostro motto ‘Sustainable Swiss Private Banking since 1841’”. Sarasin è stata la prima banca elvetica a lanciare nel 1994 il primo fondo mondiale in questo ambito, JSS OekoSar Equity – Global (LU0950589498), che investe in azioni di aziende che contribuiscono in modo significativo a favorire un'economia orientata allo sviluppo sostenibile per l'ambiente e la società.

Tuttavia, benché la mobilitazione a favore della lotta contro i cambiamenti climatici stia crescendo, per limitare a 1,5° C il riscaldamento globale sono richiesti sforzi maggiori, soprattutto da parte del settore privato. La posta in gioca è alta: oltre alla perdita della biodiversità, ogni anno sono a rischio milioni di vite a causa degli elevati livelli di inquinamento. Ma che cosa significa investire nella transazione verso un sistema sostenibile? “Per passare ad un’economia a basse emissioni di carbonio resistente ai cambiamenti climatici, in linea con gli obbiettivi dell’Accordo di Parigi, sono richiesti ulteriori investimenti di almeno 60'000 miliardi di dollari da oggi al 2050”, ha affermato Christiana Figueres, responsabile di Mission 2020 e considerata l’architetto dell’Accordo di Parigi nel ruolo di Segretario Esecutivo della UN Framework Convention on Climate Change. Figueres ha poi sottolineato che “poiché il settore bancario fornisce oltre il 90 % del finanziamento nei paesi in via di sviluppo ed oltre i due terzi in tutto il mondo, i principi rappresentano un passo cruciale per raggiungere le esigenze di finanziamento richieste per lo sviluppo sostenibile a livello mondiale”.  

Investire nella sostenibilità non è solo un onere, poiché nel lungo termine porta anche significativi vantaggi economici. Secondo Inger Andersen, Direttore esecutivo dell’UNEP, “un settore bancario che pianifica i rischi associati al cambiamento climatico ed alle altre sfide ambientali non solo aiuta la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, ma può trarne anche benefici.  Quando il sistema finanziario sposta il suo capitale dal rifinanziamento del debito per opere già realizzate o in corso di realizzazione verso investimenti che privilegiano l’ambiente, tutti nel lungo termine ne traggono beneficio.” Si stima che l’attuazione degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile possa generare entrate di 12'000 miliardi di dollari l’anno e creare 380 milioni di impieghi supplementari entro il 2030. Per questa ragione è necessario valutare attentamente gli interventi in infrastrutture sostenibili: si creeranno ottime opportunità di investimento!